Inizia con una sconfitta contro la Scozia (17-28) il cammino in Autumn Nations Cup dell’Italia. Un’Italrugby che per oltre 65 minuti ha lottato alla pari, e forse anche di più, contro la rivelazione dell’ultimo 6 Nations. Il XV del cardo infatti solo al 65′ è riuscito a mettere la freccia del sorpasso, dilatando il vantaggio solo nelle ultime azioni. Un +11, fin troppo pesante per un XV azzurro che ha messo in mostra buone cose, sia dal punto di vista delle individualità che del gioco… c’è luce in fondo al tunnel
_____
Italia: 15 Minozzi, 14 Trulla, 13 Zanon, 12 Canna, 11 Bellini, 10 Garbisi, 9 Violi, 8 Polledri, 7 Steyn, 6 Negri, 5 Cannone, 4 Lazzaroni, 3 Zilocchi, 2 Bigi (c), 1 Fischetti
A disposizione: 16 Ghiraldini, 17 Ferrari, 18 Ceccarelli, 19 Meyer, 20 Mbanda’, 21 Varney, 22 Allan, 23 Mori
Scozia: 15 Hogg (c), 14 Graham, 13 Harris, 12 Johnson, 11 van der Merwe, 10 Weir, 9 Price, 8 Thomson, 7 Watson, 6 Ritchie, 5 Gray, 4 Cummings, 3 Fagerson, 2 McInally, 1 Sutherland
A disposizione: 16 Turner, 17 Kebble, 18 Nel, 19 Skinner, 20 Haining, 21 Hidalgo-Clyne, 22 Lang, 23 Kinghorn
_____
Quella contro la Scozia è la partita che da oltre vent’anni misura lo stato di salute del movimento rugbystico italiano. La prima partita in Autumn Nations Cup. Il ritorno su un campo che ci ha visto vincitori addirrittura sul Sudafrica. Insomma le motivazioni per far bene c’erano tutte.
Il XV italiano infatti iniziava subito alla grande. Ottima presenza sulle fasi statiche e una mischia che nonostante i 40 kg in meno metteva seriamente in difficoltà i pariruolo scozzesi. Tutto questo galvanizzava gli azzurri che al 18′ grazie al piede dell’ottimo Garbisi erano già sul 6-0.
Il XV del cardo al 20′ si affacciava per la prima volta in modo concreto nei 22 italiani ma quando lo faceva portava a casa punti pesanti. van der Merwe (Man of the match) bucava la strenua difesa degli azzurri e andava in meta, trasformata da Weir (6-7 al 24′).
Il vantaggio scozzese durava solo il tempo di riprendere il gioco, perchè i ragazzi di Franco Smith grazie ad un’ottima penetrazione di Zanon, ben aiutato da Violi e Bellini con un gran gioco alla mano, consentivano a Minozzi di schiacciare al 26′ l’ovale del 11-7. Non trasformato però da Garbisi, peraltro da posizione molto angolata.
Le terze linee, Negri in primis, consentivano all’Italia di mantenenere possesso territoriale, i piloni ci mettevano del loro grazie ad un Fischetti in stato di grazia. Il pilone delle Zebre infatti con due “grillotalpa” di ottima fattura toglieva le castagne dal fuoco alla difesa azzurra.
Al ritorno in campo dopo pausa lunga Garbisi aveva subito sul suo piede mancino il piazzato del potenziale +7 e questa volta non sbagliava, portando al 42′ l’Italrugby sul 14-7.
La Scozia andava a sprazzi ma quando riusciva a mettere insieme più fasi offensive creava non pochi problemi. Al 45′ infatti Weir andava in meta, annullata però per fuorigioco dopo l’intervento del TMO.
La “quasi meta” dava coraggio agli scozzesi che al 48′ tornavano in parità (14-14) grazie ad una meta di Fagerson trasformata dal solito Weir.
L’Italia commetteva in questo frangente l’errore che spesso l’ha caratterizzata in questi anni: farsi prendere dalla confusione, specie nelle fasi statiche, al contrario di quanto accaduto nei primi 40′.
Al 55′ Franco Smith buttava nella mischia l’atteso Varney al posto del positivo Violi, autore di una partita di grande sostanza, giocando quindi con una coppia di mediani di poco più di 20 anni di media. Se il giovane mediano di mischia del Gloucester, senza alcun timore reverziale, dava brio e verve alla fase offensiva azzurra, Garbisi con il suo piede preferito al 60′ realizzava il calcio di punizione del 17-14, quando si entrava nell’ultimo quarto di gioco.
Al 66′ Tommaso Allan entrava al posto di Minozzi mentre Ferrari dava fiato all’ottimo ma stremato Fischetti. Neanche il tempo di posizionarsi in campo che sui 5 metri Price sfondava la linea degli avanti azzurri, Cummings trovava il varco giusto, a causa dell’infortunio di Polledri, e schiacciava in meta praticamente ad un passo dai pali, rendendo una formalità la trasformazione di Weir (17-21 al 67′).
Il secondo vantaggio ospite piegava sulle gambe gli italiani che fisicamente iniziavano a mostrare segni di cedimento. L’Italrugby con la forza dell’orgoglio, più che della ragione, provava a giocarsi le ultime chance ma al 76′ Turner, dopo un drive da rimessa laterarle, schiacciava in meta. Weir trasformava il 17-28, rendendo anche fino troppo pesante il passivo nei confronti di una bella Italrugby.
Andamento del punteggio: 6′ 3-0 (Garbisi, calcio di punizione), 18′ 6-0 (Garbisi, calcio di punizione’), 23′ 6-7 (van der Merwe, meta trasformata da Weir), 25′ 11-7 (Minozzi, meta), 42′ 14-7 (Garbisi, calcio di punizione), 48′ 14-14 (Fagerson, meta trasformata da Weir), 60′ 17-14 (Garbisi, calcio di punizione), 66′ 17-21 (Cummings , meta trasformata da Weir), 76′ 17-28 (Turner, meta trasformata da Weir)
Per info: https://www.world.rugby/ – https://www.federugby.it/