Si salutano a fine partita calorosamente Davide Calabria e Patrick Cutrone, ex compagni al Milan e buoni amici. Il Milan, invece, saluta tutti e scappa. Ora, i punti sono 23, 21 i gol fatti, 8 quelli subiti. Ventunesimo risultato utile consecutivo dopo il lockdown, più 5 sulle seconde Sassuolo e da ieri Inter. Si, il diavolo sembra aver messo le marce pesanti alla propria classifica. Felicità mista a compattezza, come si evince dal gesto di mister Pioli, che subito dopo la fine della gara, con la squadra ancora in campo, chiama telefonicamente per complimentarsi con gli interpreti e con il comandante in terza, Daniele Bonera.
Giusto un saluto, nessun volo pindarico o energie da spendere in inutili salamelecchi, ma via sotto la doccia per chi ha giocato e sotto a correre avanti e indietro nel manto di San Siro, sul quale intanto scende la sera, per chi invece oggi è stato impiegato con scarso minutaggio. Vola così, dirompente ma discreto, concentrato ma non spaccone, il primo della classe del campionato, che ne siamo certi, dopo le inevitabili ore di riposo, penserà già al prossimo impegno, la Samp a Genova.
Si era detto e stra detto che si sarebbe rivelata pesante l’assenza del satanasso Ibra, ma invece, forse anche per far vedere allo svedese che anche loro sono all’altezza, i suoi compagni interpretano splendidamente la gara contro la viola. Dopo un avvio più di calci che di calcio, impreziosito dall’interruzione al minuto 10 della partita: per onorare al meglio Diego Armando Maradona: giornalisti tutti in piedi mentre scorre il profilo del dies sul tabellone, ecco che intorno al quarto d’ora il Milan inizia ad imprimere il suo ritmo. Sugli sviluppi di un corner, Romagnoli di cabeza, mette dentro. Sesto gol di testa nella sua carriera per AR13, testa e tempra, da capitano.
Tonali, la novità dell’ultima ora, al posto dell’infortunato Bennacer, detta a due tocchi i tempi, la squadra quando sale, fa male. Così Saelemaekers, energia e corsa da vendere, lanciato in porta viene atterrato da Pezzella, giallo per l’argentino e rigore. Non c’è Ibra e dunque il designato alle estreme punizioni è l’ivoriano Kessie, che da queste parti chiamano KK. Tiro centrale e rete, la terza per lui in questo torneo. La viola reagisce con un’azione in solitaria di Callejon sulla destra, ma non è la stessa viola spigliata di un anno fa dove qui e sempre contro il Milan, fece faville e d’altro canto davanti non ha il Milan dello scorso anno. Milan fresco nel palleggio, cinico nelle giocate. La viola oggi di bianco vestita, lo soffre terribilmente. Su una di queste, Caceres è costretto a fermare vistosamente Theo Heranandez. Abisso indica senza indugi il dischetto. Ancora Kessie sulla palla ma stavolta è bravo Dragowski che ne indovina distendendosi alla sua sinistra l’angolo. Le mani del polaccoo sembrano riattivare i piedi e il morale dei suoi compagni. Sembrano.
La viola non riuscirà, nemmeno nel secondo tempo, a scrollarsi di dosso i suoi patemi. Prandelli le prova tutte, buttando dentro Cutrone, Borja Valero, Koumè, ma niente. La Fiorentina, sembra la Nike di Samotracia. Anche pregevole a vedersi ma spuntata, farcita di mille centrocampisti ma sprovvista del puntero dal kilelr instinct, utilissimo in giornate come queste. Vlahovic, che ha colpito nel primo tempo un palo, appare più che altro un esterno dalle lunghe leve.
C’è è vero Ribery, che avrebbe l’occasione pe rridurre lo svantaggio ma il suo cucchiaio in movimento sulla mancina, trova in Donnarumma un forte oppositore: lo scorso anno giocavano per lui, ora, tutti, giocano un po’ per sé stessi. Quando il francese usciva nell’ultimo Milan-Fiorentina prima di questo, con il pubblico di san Siro che lo applaudiva: ora, invece, esce mestamente, al di là del pubblico, è la Fiorentina tutta troppo timida e lui così predica nel deserto. L’unica pecca di questo Milan sette bellezze? Il fatto di essere troppo narciso là davanti, tanti, troppi palloni sprecati e così non si chiudono le pratiche.
Il migliore: Saelemaekers. Caspita, chi lo ferma Alexis? Non solo corsa ma anche sterzate che non t’aspetti e il merito di procurare il rigore che taglia la gambe alla viola.
Il peggiore: Castrovilli. Da uno come lui e con la 10 sulle spalle, ci si aspetta qualcosa di meglio. Strappi ridotti al lumicino, zero tiri. La squadra ha bisogno di un altro Castro.