L’eliminazione in Q1 e il grave errore in gara, tamponando Ocon in staccata, sono state le immagini che più hanno certificato l’inizio difficile di Sebastian Vettel nella sua nuova avventura in Aston Martin. Il campione tedesco non ha certamente tratto giovamento dall’accorciamento dei test da 6 a sole 3 giornate, e ha spiegato che i deludenti risultati del primo weekend di gara sono figli di problemi di adattamento alla nuova vettura: “Non mi sento a casa in macchina”, ha dichiarato Vettel dopo il GP del Bahrain, “ci sono un sacco di cose contro cui devo combattere. Non riesco ancora davvero a concentrarmi sulla guida. Abbiamo imparato tante cose in gara e dobbiamo riuscire a risolvere velocemente i problemi”.
Forse alcuni problemi di Vettel nascono dal fatto che la nuova Aston Martin AMR21 è praticamente la sorella minore della Mercedes W11 della scorsa stagione, una vettura molto precisa all’anteriore. Si sa che Vettel predilige la stabilità al posteriore a scapito del carico sull’avantreno, e oltretutto i nuovi regolamenti 2021 hanno previsto un’importante riduzione del carico aerodinamico al posteriore nella zona del fondo. Non solo, quindi, Vettel deve adattarsi in pochissimo tempo a una nuova vettura molto conosciuta invece dal suo compagno di squadra, Lance Stroll, ma deve anche far fronte a un cambio di regolamento che lo ha ulteriormente danneggiato.
Negli ultimi giorni la sua situazione è stata oggetto delle opinioni più disparate di tutto l’ambiente Formula 1, soprattutto da chi lo ha frequentato come pilota in passato. La frase più sensazionalistica l’ha pronunciata il Campione del Mondo 1996, Damon Hill, che sostiene per Vettel la necessità di ricorrere a un “esorcista che lo liberi dallo spirito maligno che lo possiede”. Ralf Schumacher, che di Hill fu compagno in Jordan nel 1998, consiglia invece al suo connazionale di “pensare a divertirsi e lasciare la pressione immensa al di fuori dell’abitacolo“. Proprio della gestione della pressione ha parlato un altro ex pilota, Gerhard Berger, che sottolinea come “Vettel non reagisce mai bene sotto pressione. Già in Red Bull quando arrivò Ricciardo, poi anche in Ferrari, anche adesso quando lo guardo sento che non è sufficientemente rilassato. Forse”, precisa ulteriormente Berger, “dopo tutto quello che ha vinto non è più neanche disposto a prendersi moltissimi rischi”.
Mark Webber, storico compagno di squadra di Vettel in Red Bull e co-autore di aspre battaglie, si dice invece “preoccupato per Sebastian. Quante frecce ha ancora a disposizione? In Aston Martin ritrova un ambiente inglese che gli si addice di più di quello di Maranello, ma se il team si confermerà da centro gruppo potrebbe non garantirgli quell’intensità di cui Seb ha bisogno. Sono preoccupato per le sue motivazioni”. Chi invece li gestì entrambi, ovvero Helmut Marko, crede che “forse Sebastian avrebbe dovuto fermarsi per un anno sabbatico, sistemare le cose e chiedersi cosa vuole ancora. Per me ci sarebbero comunque state molte opportunità per lui per il 2022″. La stagione, tuttavia, è appena iniziata e Vettel avrà tutto il tempo per rilanciarsi e smentire tutte queste perplessità.